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La Monarchia e il Risorgimento (Lidentità italiana) (Italian Edition)

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Contro la guerra si schierarono invece i ceti borghesi, col loro leader Giovanni Giolitti , il mondo cattolico fedele alle tendenze politiche del Vaticano , e i socialisti. I fautori dell'intervento di parte progressista si rifacevano agli ideali di democrazia e alla lotta contro le monarchie autocratiche e alla liberazione di Trento e Trieste. I nazionalisti parlavano di nuovi possedimenti in Dalmazia , del dominio sul mare Adriatico , del protettorato sull' Albania e di compensi coloniali. Originariamente quattro, tali referenti durante la crisi di governo del maggio si riducono quantomeno a due, socialisti e liberali giolittiani mentre i cattolici assunsero posizioni diverse e ambigue ; infine a uno i socialisti quando la crisi rientra, Salandra si presenta alla Camera e vengono votati i crediti di guerra 20 maggio.

Ma in questi dieci mesi fu la politica a farla da padrone, chiamando in causa il popolo e la nazione nel richiamo al patriottismo, e forzando o surrogando le istituzioni. Seppur maggiori in termini numerici agli interventisti, i neutralisti non avevano dalla loro parte gli organi e le istituzioni politiche che potevano smuovere le masse. L'urgenza politica fece dei giornali un'arma per indirizzare le masse: Un'altra forma di mobilitazione politica fu il dibattito pubblicistico, dove l'agitazione verbale della carta stampata si sposta sulle piazze, nei teatri e nelle sale di conferenza.

In questo campo d'azione le tre correnti neutraliste - socialisti, cattolici e liberal giolittiani - mancavano di progetti comuni e punti d'incontro, mentre il fronte interventista agisce fin da subito come un blocco unificato, emarginando progressivamente i neutralisti i quali si ritirano dal campo prima ancora di tentare di agire in modo unificato [18].

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Giolitti arretra e rinuncia a fare appello alla "sua" piazza, che del resto, tace, mentre Salandra, associato volente o nolente alla piazza del popolo patriottico, prevale. Ma il cambiamento di rotta di Mussolini non rimase una scelta personale, venne anzi condivisa dalla sezione milanese del partito, e venne utilizzata dal mondo politico per puntare il dito contro le divisioni interne ai neutralisti. Queste prese di posizione dei socialisti a favore della guerra, non erano, per la maggior parte conversioni improvvise.

Il 26 aprile concluse le trattative con l'Intesa mediante la firma del Patto di Londra , con il quale l'Italia si impegnava a entrare in guerra entro un mese [27]. Nell'imminenza della guerra e nel corso del conflitto, Salvemini accentua il suo attivismo per stimolare le coscienze, specie quelle giovani, con assidui commenti ed articoli, come quando propone come parola d'ordine nazionale e internazionale il suo Delenda Austria!

Comunicazione ufficiale della Nazione Federale D'Italia e patto sociale con il Popolo Italiano

Ma Salvemini non fu l'espressione di un'opinione prevalente non insita dalle opposte correnti di opinione. La voce di Benedetto Croce fu ugualmente rappresentativa a quella dello storico pugliese, anzi, scrivendo sulla sua rivista culturale La Critica , Croce ebbe maggior diffusione nel mondo dell'alta cultura, delle istituzioni e nell'area della classe dirigente liberale e del centro-destra. Rocco invocava la guerra non solo per disegnare una politica estera di espansione territoriale, commerciale e militare, ma la utilizza anche in una prospettiva strategica di ricomposizione di un vasto blocco sociale e politico impensabile senza le masse confessionali e il potenziale disciplinamento insito nella storia, nei simboli e nella cultura della Chiesa cattolica e dei suoi fedeli [32].

D'Annunzio aveva inaugurato la nuova figura di intellettuale abituato a comparire sugli scenari della vita pubblica, a dettare aspetti della moda, a influire i comportamenti collettivi e ad usare i mezzi di comunicazione di massa [35]. Tutto il discorso fu pieno di riferimenti mistici, riprendendo la simbologia classica e cristiana, con continue allusioni al fuoco sacro simbolo di rigenerazione, di ardore guerresco e di eroismo, di fusione tra la vita e la morte [36].

Spinte dalle forti campagne di agitazione interventista di Mussolini e dei gruppi nazionalisti, dall'arrivo di D'Annunzio nella capitale e dalla notizia delle dimissioni del governo, le dimostrazioni presero una piega nettamente eversiva. L'uso di toni scurrili e di una propensione all'aggressione fisica e verbale degli avversari, esasperata dagli appelli alla violenza degli interventisti che invocarono addirittura all'omicidio come arma politica, fece precipitare il clima politico in una sorta di guerra civile.

Fu una sfida aperta al Parlamento, in linea con le pressioni eversive della piazza. Il 3 luglio la salma del Capo di Stato Maggiore del Regio Esercito , generale Alberto Pollio , entrava nella stazione di Porta Nuova a Torino , in mezzo a due ali di ufficiali in alta uniforme, diretta a Roma. Nel viaggio di accompagnamento delle spoglie del Capo di Stato Maggiore era presente anche Luigi Cadorna , che avrebbe assunto il suo incarico il 27 luglio. Appena quattro mesi prima il generale Pollio aveva presentato una relazione in cui scriveva: La relazione del generale Pollio, trasmessa al generale Spingardi, allora ministro della Guerra, aveva richiesto un finanziamento dell'esercito di milioni [43].

Mobilitazione che a causa delle caratteristiche geografiche e della struttura ferroviaria della penisola e della rigida costituzione dell'ordinamento militare italiano non era suscettibile di modifiche e che in sostanza venne quindi decisa fin da quel momento. L'attenzione del Capo di Stato Maggiore si rivolse principalmente agli ufficiali e all'artiglieria. Nel luglio il Regio Esercito aveva mobilitato Nel contempo la forza combattente austro-ungarica seppur avesse subito perdite non molto inferiori alla forza iniziale - un milione e mezzo di combattenti nell'agosto , 1.

Nella flotta esisteva una rete relativamente efficiente di spie avversarie, che oltre a raccogliere informazioni mise anche a segno alcuni colpi eclatanti, come l'affondamento della corazzata Benedetto Brin ; anche l'affondamento della Leonardo da Vinci venne attribuito a sabotatori [53] ma col tempo queste ipotesi vennero considerate inattendibili [54] [55].

A loro volta i servizi informativi della Marina diretti dal capitano di vascello Marino Laureati [56] misero a segno un colpo in territorio svizzero, riuscendo a penetrare l'ambasciata austroungarica in Svizzera e ottenere una lista di agenti nemici in Italia in quello che venne denominato il colpo di Zurigo [57] [58].

Alla fine del iniziarono ad arrivare alle truppe nuovi equipaggiamenti, come indumenti appositi per il clima di alta montagna e vari dispositivi di protezione personale sperimentali: Una importante innovazione tattica fu la costituzione, a partire dal luglio , dei primi "Reparti d'assalto", i cui membri furono collettivamente noti come " Arditi ": Le innovazioni riguardarono anche la guerra in mare: Nel luglio fu commissionata alla ditta SVAN la realizzazione di un piccolo motoscafo armato di siluri, da impiegare come silurante veloce e mezzo anti-sommergibili: Le truppe italiane impiegarono le armi chimiche una prima volta nell'agosto , durante l'undicesima battaglia dell'Isonzo, e poi ancora nel giugno nella zona del monte Grappa; armi chimiche furono poi impiegate dalle truppe italiane e francesi nel corso della battaglia di Vittorio Veneto, in particolare nelle zone di Folgaria , Sernaglia e dell'Altopiano di Asiago [74].

Il principale settore bellico dell'Italia correva lungo le Alpi orientali per una lunghezza di chilometri, dal Passo dello Stelvio a ovest fino alla foce dell' Isonzo a est.

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Gli attacchi sull'Isonzo ripresero nella primavera del , con un'offensiva tra il 12 e il 26 maggio e una seconda tra il 19 agosto e il 19 settembre, inframezzate da una limitata controffensiva austro-ungarica in giugno la battaglia di Flondar: Spossati dai continui e inconcludenti assalti, i reparti italiani dovettero subire una improvvisa controffensiva austro-tedesca nel settore di Caporetto tra il 24 ottobre e il 9 novembre Dopo un lungo periodo di stasi e riorganizzazione, il 15 giugno i reparti austro-ungarici tentarono un'offensiva risolutiva attaccando sia a ovest il massiccio del monte Grappa che al centro la linea italiana sul Piave, dando avvio alla battaglia del Solstizio: La situazione rimase stazionaria per gran parte del conflitto, con un contingente italiano arrivato a contare, al suo massimo, circa Nel contempo la k.

Truppe italiane tornarono in Francia alla fine del Il contingente italiano fu impegnato nell' offensiva di primavera tedesca del marzo-agosto , subendo dure perdite nel corso della seconda battaglia della Marna , per poi prendere parte alla grande controffensiva degli Alleati l' offensiva dei cento giorni per poi concludere le operazioni come truppe di occupazione nella Saar [88].

La situazione della Libia allo scoppio della prima guerra mondiale era turbolenta: La fallimentare spedizione del colonnello Antonio Miani nel Fezzan alla fine del e l'entrata in guerra dell'Impero ottomano con la contestuale proclamazione da parte del sultano di una " guerra santa " contro le potenze europee rinsaldarono il morale dei guerriglieri libici, e all'inizio del gli italiani dovettero abbandonare vari capisaldi, non senza subire forti perdite nei ripiegamenti: Le forze italiane tra i La situazione nelle altre colonie fu meno turbolenta.

Nel maggio un piccolo reparto italiano di circa uomini e 5 aerei da ricognizione fu inviato nella Penisola del Sinai in appoggio alle forze britanniche, un contributo simbolico alla campagna del Sinai e della Palestina. Il grado di sviluppo economico raggiunto dai belligeranti permetteva loro di mettere in campo grandi masse di uomini, dotate di mezzi di elevata potenza distruttiva e riproducibili industrialmente su vasta scala senza grosse differenze qualitative tra un esercito e l'altro; al tempo stesso, tuttavia, la motorizzazione era solo agli inizi e questo rendeva difficile spostare celermente truppe e artiglieria sul campo di battaglia: Cadorna rimase convinto che la guerra di logoramento fosse solo una condizione temporanea, e che sarebbe stata la manovra delle truppe a decidere le battaglie [93]: Le prime battaglie sull'Isonzo misero ben presto in luce l'infondatezza di tale dottrina tattica.

Le postazioni dei due eserciti iniziavano con una fascia di reticolati di filo spinato, saldamente assicurati al terreno da paletti di ferro o legno; seguiva la prima linea di trincee, scavata a zig-zag per evitare il fuoco d'infilata: Generalmente, la sequenza di attacco seguiva sempre lo stesso schema: Gli austro-ungarici svilupparono la tattica di lasciare in prima linea durante il bombardamento preparatorio solo un piccolo numero di vedette, tenendo il resto delle truppe al sicuro nei rifugi sotterranei della seconda linea; quando il bombardamento italiano cessava, gli austro-ungarici facevano affluire rapidamente i rinforzi alla prima linea tramite camminamenti protetti [].

Anche con gli uomini disposti "a ondate" e non in massa, gli attaccanti risultavano comunque molto vulnerabili; la coordinazione tra fanteria all'attacco e artiglieria non era mai ottimale, una situazione dovuta anche ai primitivi mezzi di comunicazione disponibili: Prima del le iniziative propagandistiche, ricreative e assistenziali nei confronti dei soldati erano state scarse e mal gestite. La propaganda era intesa in forme tradizionali e autoritarie, assai poco coinvolgenti se non addirittura controproducenti, come prediche e sermoni tenuti dagli ufficiali e a volte da figure appositamente reclutate per questo, come riformati o esonerati dal servizio, i quali apparivano dei "privilegiati" agli occhi dei fanti.

Significativo in questo senso fu quanto scritto da Giuseppe Prezzolini nel suo saggio Vittorio Veneto: Inoltre vi era il forte elemento di spirito di corpo che univa gli uomini reclutati nei medesimi reparti, molto forte per esempio negli Alpini, ma presente in tutti i reggimenti di fanteria, che non fu unicamente legato alla disciplina imposta da Cadorna o dallo spirito patriottico, ma piuttosto ad un senso di fratellanza che accomunava tutti gli uomini al fronte [].

Mentre l'impostazione della guerra italiana e la mancanza di politiche adeguate, fecero si che il consenso dei soldati fosse totalmente in mano all'istituzione militare, almeno fino a Caporetto. Gli studi in materia hanno evidenziato la componente repressiva, incoraggiata da Cadorna, resa evidente dalla drammatica documentazione dei processi e delle fucilazioni. Significativo fu il caso di don Giovanni Minozzi , il quale promosse l'istituzione al fronte e nelle retrovie di Case del Soldato, centri ricreativi dove i fanti riposavano, ascoltavano musica, assistevano a spettacoli teatrali, leggevano e trovavano qualcuno che li aiutasse nel compilare le lettere da inviare a casa.

Per convincere erano prima di tutto necessario assitere, distrarre e infondere fiducia, promuovendo atteggiamenti consensuali. Fu quindi istituito un apposito Ufficio Propaganda Ufficio P col compito di impostare basi nuove e di coordinare le iniziative in questo senso. Fino ad allora i comandi aveva rilasciato pochissime licenze, e solo per circostanze straordinarie e gravissime, e una severa censura postale aveva reso radi e difficili i contatti tra i soldati e le loro famiglie [].

Tutti questi fattori provocarono i primi episodi di insubordinazione.

Per quanto riguarda i rifiuti e la protesta collettiva, questi fenomeni nacquero sempre in reparti di fanteria a riposo nelle immediate retrovie del fronte; gli undici casi documentati tre nel e otto nel riguardarono tutti reparti che ricevuto l'ordine di tornare al fronte e, col favore della notte, protestarono vivacemente all'interno dell'accampamento sparando in aria. Con una sola eccezione, la protesta si ferma qui, anche se questi undici casi comportarono una serie di esecuzioni sommarie con il ricorso alla decimazione in almeno quattro casi.

Ma i rifiuti non si fermarono alle proteste di alcuni reparti, i casi registrati di singoli soldati che in un modo o nell'altro tentarono di fuggire dagli obblighi della vita militare furono molteplici.


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  • Luigi Pianciani. Frammenti, ipotesi e documenti per una biografia politica?

Per quanto riguarda i procedimenti giudiziari aperti, Come furono milioni gli uomini mobilitati, furono milioni anche i prigionieri deportati nei territori europei e sottoposti alla reclusione per mesi e anni. Gli italiani che finirono nei campi austro-tedeschi furono complessivamente circa I principali campi che li accolsero furono Mauthausen , Sigmundsherberg , Theresienstadt in Boemia , Celle nell' Hannover , Rastatt nel Baden , dove in questi ultimi due fu detenuto anche Carlo Emilio Gadda.

Gadda, allora giovane ufficiale degli Alpini , fu catturato nei giorni di Caporetto, e nel dopoguerra ha lasciato un resoconto della sua esperienza in prigionia nei libri Giornale di guerra e di prigionia e Taccuino di Caporetto []. Gadda pose l'accento - con un'insistenza quasi ossessiva - sulla fame e sulle condizioni terribili dei prigionieri rinchiusi a Celle, e di come nonostante le condizioni degli ufficiali come Gadda erano relativamente migliori di quelle dei soldati di truppa, le testimonianze di questi risultano spesso drammatiche, e raccontano la lotta quotidiana per la sopravvivenza in molti casi destinata alla sconfitta.

Tale condotta ebbe risultati disastrosi, e dei Al loro rientro in patria i prigionieri incontrarono il totale disinteresse sia dalla stampa che dalle istituzioni: Non lasciarono traccia nella stampa militare che difese il ruolo e le carriere degli ufficiali , nei dibattiti del dopoguerra, nelle memorie dei comandanti, nella documentazione pubblicata dall'Ufficio storico dell'esercito e negli studi successivi. Con una raccolta di lettere inedite [].

Ne derivarono il rafforzamento del ruolo del governo e una crescente autonomia della burocrazia, l'esautoramento del parlamento e la drastica riduzione della lotta politica, soffocata da una rigida censura della stampa e dal controllo poliziesco. Tra il e il i dipendenti pubblici salirono da La Regia Marina poteva contare su una lunga consuetudine di rapporti con l'industria privata per la costruzione di navi, corazzate e artiglierie, mentre l'esercito prebellico, che aveva esigenze minori, ricorse all'industria in modo considerevole solo con lo scoppio del conflitto.

Per questo motivo vennero delegati ai comitati per la mobilitazione industriale una serie di compiti che andavano dalla scelta dei materiali da produrre, all'acquisto delle materie prime in Italia e all'estero e la loro assegnazione alle aziende, alla stipulazione di commesse e alla gestione della manodopera orari, salari, sicurezza, preparazione professionale, assistenza e previdenza [].